venerdì 15 aprile 2011

Se volessimo un finale

dal momento che non so come iniziare parto dalla possibilità di un finale.


Dicono che sia la primavera ma in realtà è qualcosa di più. Sta squillando il telefono ma sono sereno perché sono quasi certo non sia mia madre che mi chiama per sabotare lo scorrere della realtà. Sotto il tavolino c'è del tartufo e le mie scarpe scivolano perché non è sottoterra dove dovrebbe essere. Non ho dormito a casa mia e ne sono felice ma i dolori che ho al collo per non aver dormito nel mio letto stanno qui a ricordarmi da dove vengo.
L'abitudine tutta umana di cercare i problemi anche quando non ci sono si manifesta così.
Dicono che sembri estate ma in realtà è qualcosa di più. Si può andare al mare ma senza tuffarsi perché l'acqua non bolle ancora e quindi non ci si può immergere per evadere dalla realtà. Si può restare in città ma non si è soli se non tra le folle. Non posso restare sveglio tutta la notte senza risentirne perché le giornate sono ancora dense e stanno qui a ricordarmi dove arriverò.
Il desiderio tutto umano di immaginare soluzioni anche quando non se ne hanno si avverte così.
Dicono che sia stato l'inverno ma in realtà è stato qualcosa di più. Mi ero solo fermato un attimo per coprirmi meglio indossando sciarpa e cappotto ma fermarmi non è stata una buona idea perché ho avvertito ancora di più il freddo. Non ho proprio potuto dormire perché se avessi chiuso gli occhi anche solo per un attimo avrei dormito sonni profondi e sarei morto assiderato. Questo sta a ricordarmi dove non posso permettermi di andare.
Il bisogno tutto umano di fermarsi per prendere fiato e riflettere è stato negato così.
Dicono sarà di nuovo autunno ma in realtà sarà qualcosa di più. Sarà prima dell'inverno e dopo l'estate, un momento antipodale, diametralmente opposto all'oggi. Non sarà semplicemente il futuro, no. Le cose saranno forse dove non dovrebbero essere, proprio come accade adesso ma in un altro modo. E preferirò pensare di mangiare perché vorrò sentirmi per l'ennesima volta riparato e in grado di affrontare tutto con le mie provviste e le mie riserve e se mi fermerò non sarà per dormire o riposarmi ma per pensare e mi chiederò

come mai non riusciamo a trapassare e perché amiamo soffermarci,
come mai vogliamo però trapassare invece di soffermarci,
se formattare il computer è come tagliare col passato
e se tagliare col passato significhi perdere duramente qualcosa.
tutto questo perché
vorrei uscire
e invece non mi muovo
vorrei vestirmi
e invece resto spoglio
vorrei scrivere
e invece non riesco a mettere punti.


Se volessimo un finale.

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