domenica 29 maggio 2011

Per quel po' che ho dormito t'ho sognato

finalmente si parla d'amore



Una volta, ricordo, ho scritto che era domenica mattina ed ero senza caffè e senza te.
Oggi il caffè non mi manca. A dire il vero sento che non mi sta mancando niente, in questo preciso momento. Ho un po' di tutto, sento il pienone, la marea, sono sopraffatto. Qui è affollato e io resto affossato.
Sto perdendo ancora una volta la mia innocenza e - mi suggeriscono - io sono il tipo di persona che ogni volta si sente come la prima volta. La colpa che provo ha la stessa intensità delle volte precedenti, però cerco la redenzione. L'innocenza rinascerà e sarà meglio. Mi ripeto a mo' di mantra.
Voi ce la fate ad essere spensierati? Ce la fate ad immaginare?
Andare al mare e trovare il brutto tempo, scovare granelli di sabbia nella doccia giorni dopo esser stati al mare, dover andare in farmacia a comprare una crema per le scottature, stare attenti al cellulare e al portafoglio mentre ci si allontana dall'ombrellone, non darsi pace se si fa il bagno senza aver terminato la digestione.
Vedo tutto adesso, lo capisco che non posso. Niente me lo impedisce davvero, sono io che sono fermo, aspettando venti migliori: che scaccino le nubi via lontano dal mare, che alzino in aria i granelli e li portino altrove, che rinfreschino le pelli provate soffiandoci addosso. Non posso tuffarmi ancora, è troppo presto, sento l'acqua ancora fredda e poi sto digerendo.
Me lo lasciate il tempo di digerire? Non ditemi che è una vita che sto metabolizzando e digerendo perché non è andata proprio così. Semplicemente non avevo mai smesso di mangiare, ingoiavo dolci e salati di continuo, mischiando tutto. Che poi, nonostante queste violenze, il mio è uno stomaco delicato eh, non vi passi mai per la mente di invitarmi a cena pepando e speziando tutto troppo perché vi scoprirei, lo verrei a sapere che state cercando di farmi del male con le cose che amo.
Le cose che amo sono quelle che mi rallentano. Capiamoci, non è una loro colpa. Le cose che amo io me le porto sempre con me, sulle spalle, nella pancia, in bocca, addosso. E carico di queste, mi sposto sui terreni percorribili. Vado a rilento perché pesano e - se per voi dovrei liberarmene - io dico che non serve proprio perché non mi ostacolano davvero, anzi mi permettono di girare in vita felice.
Le cose che amo sono le stesse che mi svegliano prima dei mie tempi, pulsano e suonano come fossero allarmi e mi ricordano cosa devo fare per armarmi: le cose che amo mi aiutano ad amarmi. Sono forze che lavorano per me, nodi pronti a resistere a tutto per poi sciogliersi solo se davvero mi hanno aiutato a leggere la realtà.
Le cose che ami ti fanno svegliare di soprassalto e non diminuiscono le tue turbe, però sono le stesse che poi ti fanno dire, tutto assonnato e ancora stanco:

per quel po' che ho dormito t'ho sognato.

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