sabato 2 marzo 2013

Ogni volta che perdo un pezzo

da qualche parte si dovrà pur finire



Capita di iniziare a scrivere per caso, dopo tanti mesi di silenzio.
Ogni volta che avrei voluto scrivere era per comunicare e allora ho preferito il silenzio delle parole e il suono delle sensazioni.
Oggi scrivo per me, perché è riniziata una riflessione sulla mia persona e non sugli altri.
Qual è il senso nell'avere gioia? Vivere mentre si percepisce, senza vivere perché si percepisce.
Qual è il senso nell'avere voce? Dire quando non si deve più parlare a tutti i costi, senza dire perché si ha necessità di comunicare.

Qual è il senso nell'essere una persona?
Avere una famiglia, stare con qualcuno, dormire con qualcuno, sorridere, piangere, avere cura di, preparare da mangiare, rifare un letto, baciare, diventare tristi, sentirsi chiamati, essere amati, amare.
Qual è il senso nell'essere un corpo?
Stare bene, farsi male, curarsi, toccare, spogliarsi, vestirsi, vergognarsi, accettare, accettarsi, essere amati, amare.
Qual è il senso nel perdere un pezzo?
Ogni volta che perdo un pezzo,vorrei ritrovarlo.
Mi piacerebbe non perdere il senso e ritrovare il frammento, fermare il momento, correggere, trovare un rimedio, poter rimediare.
Ogni volta che perdo un pezzo, vorrei non averlo perso.

Mi piacerebbe essere una persona integra, senza falle, senza crepe, senza bordi graffianti.
Mi piacerebbe non sentirmi in colpa per aver fatto del male, mi piacerebbe portare in alto e non affondare, non affossare mai, non essere pesante, non avere massa.
Sarebbe perfetto non essere, ma sono. Siamo.
Perdere pezzi è nella nostra natura.
Per assurdo, perdendo pezzi cresciamo. Essere una persona è labor limae, limarsi, sottrarre. Per crescere bisogna togliere dal blocco e far venire fuori una figura sempre più definita: è altorilievo.

Qual è il senso nel perdere un pezzo?
Sono fatto di cose che ho perso, di pezzi che sono caduti, di persone che mi hanno lasciato, di volti scomparsi, di voci che ho dimenticato, di profumi persi nell'aria di questa città, di segreti dimenticati, di problemi messi da parte, di saluti e di saluti mancati.
Sono queste le cose che mi definiscono, non essendo più.
Sono questi gli attimi compiuti che si possono ripensare oggi per capire come mai rinizio ogni volta, più grande di prima, con più empatia di prima.

Ogni volta che perdo un pezzo,
le parti che restano acquistano valore.

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