giovedì 19 luglio 2012

Un dramma chiamato desiderio


la sottile differenza tra essere il motore ed essere la zavorra 




Poso il bicchiere sul letto, guardo lo schermo. Non ci sono più social: andreaper si è cancellato da Twitter, vediamo se ce la farà. Mi sento più solo perché senza social network è questa la percezione della realtà ma mi abituerò e compenserò facendo più cose per me, rinizio già a vivere le persone mettendo da parte i momenti da raccontare in 140 caratteri.
È che io ho un desiderio: non essere dipendente da niente, per questo smetto qualsiasi cosa. Per darmi dei segnali. È un dramma, qualcosa che diventa un'ossessione: non fumare neanche una sigaretta, non zuccherare mai più il caffè, non avere Facebook, non avere Twitter. Sto imparando a vivere nel mezzo, un giorno saprò esistere senza eccessi. Per oggi ancora no.
È che questo dramma chiamato desiderio mi ha fatto riflettere sulle cose e sulle persone: ogni cosa è strumento, ogni persona è funzionale.
Anche io, anche voi, anche tu.
Io cerco di essere sempre un trampolino. Sono rigido e severo ma se scopri dove fermarti puoi persino spingere tutto il tuo peso su di me e io saprò darti una forza uguale e contraria, una spinta, la molla, l'amore.
Io vorrei essere sempre un motore. Vorrei essere un sistema in movimento capace di avere forza motrice, così se scoprissi un posto bello in cui fermarmi potrei persino spegnere tutto e stare per poi sapermi riaccendere e ridarmi forza, una direzione, un vettore, l'amore.
Io spesso sono una zavorra. Non riesco ad essere elastico, non riesco ad essere in movimento né a smuovermi, così - se scopro che qualcosa sta andando male - faccio un bel respiro per pesare ancora di più, mangio qualcosa di schifoso per pesare ancora di più e mi lascio cadere fino ad arrivare persino a sprofondare, una volta toccata terra, senza darmi speranze, spinte, forze, amore.
È che questo dramma chiamato desiderio mi sta facendo scoprire le cose che prima avrei solo raccontato, senza viverle: voglio essere il mio strumento.
La prossima volta che mi sentirò uno schifo, voglio ricordarmi che

se non riuscirò ad essere il mio motore, 
non dovrò per forza essere la mia zavorra. 

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